L'estrazione
Lo Sfruttamento del sughero prende avvio con l´estrazione della materia prima; in questa fase iniziale assume un ruolo centrale lo studio delle caratteristiche della quercia da sughero: si tratta di una tipica pianta mediterranea la cui ampia diffusione soprattutto in Sardegna e in particolare nell´area gallurese, è legata ad alcune sue peculiarità qual l´adattamento alla siccità e la resistenza agli incendi.
La Sardegna è la regione italiana dove si concentra la maggior parte delle sugherete nazionali; la coltivazione della quercia da sughero si estende nell´Isola su 91.000 ettari.
Al contrario di altre piante mediterranee la sughera non ha una vita lunghissima, potendo al massimo raggiungere i 300 anni, durante la quale è necessaria una certa attività di "manutenzione" che viene effettuata a primavera inoltrata e consiste in sfollamenti, diserbi, parziali decespugliamenti, zappatura e sarchiatura. La prima decorticazione, detta "demaschiatura", avviene intorno al venticinquesimo anno di vita della pianta e il prodotto di prima formazione è detto "sughero maschio" o "sugherone"; esso è di scarsa qualità (ruvido, poroso e legnoso) e inadatto alla lavorazione per cui viene macinato e destinato alla produzione dei conglomerati.
Il sughero di estrazione successiva presenta una struttura più regolare (liscio, compatto, leggero, elastico e impermeabile), si presta bene ai processi di trasformazione, ha un maggiore valore economico e viene definito "sughero femmina" o "sughero gentile". L'estrazione del sughero dalla pianta viene effettuata manualmente dagli "scorzini" che adoperano solamente un'accetta affilata; essi, lavorando generalmente in coppia, effettuano due tagli orizzontali alla base del tronco e in alto, e una o due incisioni verticali, dopo di che, facendo leva col manico della scure, staccano con attenzione la corteccia, evitando di strapparla e di danneggiare il fellogeno. Una volta estratto, il sughero viene trasportato presso i centri di raccolta e qui diviso per caratteristiche qualitative: mentre il sugherone è destinato alla macina, le plance di sughero gentile sono accatastate all'aperto e lasciate stagionare per un periodo generalmente compreso tra i sei mesi e i due anni. Le plance di sughero vengono appoggiate col dorso in alto su tavole sollevate dal suolo al fine di favorire l'areazione; esaurita la fase della stagionatura il sughero viene bollito per circa un'ora in vasche d'acciaio e dopo essere stato pressato e impilato, è pronto per passare in produzione.